Kid Icarus: Uprising

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AlexDiego
view post Posted on 29/4/2012, 09:32




Nel mondo videoludico venticinque anni rappresentano un’eternità. Risulta già difficile trovare saghe così longeve che imperterrite si fanno posto nel panorama attuale del gaming (e Nintendo è maestra in questo), figurarsi assistere al ritorno di uno dei personaggi che, a modo suo, ha fatto storia ed è poi svanito nel nulla (o quasi...) per circa due decadi. Ci sono volute intere generazioni di console, Project Sora e Nintendo 3DS ma, alla fine, dopo averlo accompagnato nella sua ultima avventura, dal titolo Kid Icarus: Uprising, abbiamo finalmente la possibilità di dirlo: Pit è tornato! Ed è pure in 3D!

Proprio come ai vecchi tempi
Il nostro eroe angelico, però, non è l’unico ad aver fatto ritorno. Medusa e il suo esercito hanno nuovamente invaso cielo e terra, portando distruzione e guerra sull’umanità. Con l’indispensabile aiuto della dea Palutena, Pit è quindi pronto a riaffrontare la perfida nemica.
Come era lecito aspettarsi, l’impianto narrativo non si fregia di una sceneggiatura contorna e particolarmente appassionante, apparendo, in realtà, semplice e banale, pur non dimenticandosi di esibire qualche inaspettato colpo di scena. Ad ogni modo, nonostante in un titolo di tale tipologia la trama ricalchi un ruolo decisamente minore, Kid Icarus: Uprising riesce comunque a presentare personaggi unici, capaci di regalare veri e propri attimi di demenzialità pura. Lo scambio di battute tra i “protagonisti”, infatti, è serrato, veloce e la scrittura dei dialoghi mette in mostra tutta l’ironia tipicamente giapponese, finendo quasi per abusarne. L’avventura, quindi, è intrisa di sarcasmo, spesso indirizzato proprio verso il gioco stesso e al settore di riferimento. Seppur sia una caratteristica ritrovabile in altre produzioni, soprattutto orientali, è sufficiente a infondere quell’atmosfera surreale, sospesa a metà tra il ridicolo e la serietà, in grado di creare uno stile esagerato, unico, che spazia, appunto, dai personaggi fino alle pirotecniche sezioni di volo in cui controlleremo il nostro amato eroe alato, per nulla immune alla bizzarria e all’eccentricità narrativa del titolo, aperta anche a rimandi al passato (e non solo su Kid Icarus) che non mancheranno di colpire i giocatori più anziani con il cosiddetto “effetto nostalgia”.
Tra battute più o meno riuscite, il plot si fa quindi piacevolmente seguire, nonostante alcuni frangenti possano persino “stancare” a causa dell’esasperato carisma delle personalità che incontreremo nel corso della storia. Inoltre, la presenza del solo doppiaggio inglese rende spiacevoli molti passaggi, in quanto risulta davvero difficile concentrarsi sull’azione contemporaneamente alla lettura dei sottotitoli. Considerando la mole di dialoghi e la loro assidua presenza durante la quasi totalità delle fasi in-game, tutti coloro i quali non sono particolarmente avvezzi alla lingua anglosassone, potrebbero perdere dettagli importanti.

Guarda come volo!
Kid Icarus: Uprising è un action-shooter in terza persona basato su classiche e collaudate fondamenta. Ogni capitolo della modalità principale è suddiviso in due diverse sezioni: le fasi di volo e le fasi a terra. Cominciando ad illustrare le prime, ciò che immediatamente viene spontaneo esporre riguarda la grande cura di realizzazione, che trova la sua forza nelle repentine e improvvise virate della telecamera, completamente alla mercé degli sviluppatori. L’incredibile sensazione di velocità di alcuni momenti, enfatizzati da un effetto 3D ben implementato, uniti a situazioni coreograficamente e scenicamente a dir poco spettacolari, rendono i voli di Pit estremamente esaltanti, forse fin troppo caotici, ma meritevoli di elogi solo per la loro naturale capacità di coinvolgere grazie ad un impatto visivo eccezionale. Peccato che il piccolo schermo di Nintendo 3DS non sia sempre in grado di dare il giusto valore ad ogni dettaglio. Alcuni particolari vengono sminuiti dalle loro ridotte dimensioni, finendo così per passare ingiustamente inosservati.
Parlando della giocabilità vera e propria, gli imprevedibili voli dell’angelo non si differenziano particolarmente da quelli della ganza volpe di Star Fox 64. Al giocatore è affidato il semplice compito di muovere Pit nei limiti dello schermo e di far fuoco su tutto ciò che è ostile. Tramite il touch screen si mira il bersaglio da colpire, premendo poi il pulsante L per eseguire l’attacco a distanza. Il tutto appare di facile gestione, divertendo e appagando l'utente. Nonostante l’ovvio sviluppo lineare dei livelli (non manca però qualche bivio), i programmatori hanno dato sfogo alla loro creatività offrendo una buona varietà di situazioni e, in rari casi, riuscendo persino a meravigliare per l’ingegnosità ludica dimostrata, seppur incapace di regalare qualcosa di realmente nuovo o mai visto.

Dalle stele alla terra
Le sezioni in cui avremo modo di solcare i cieli sono contraddistinte da una durata limitata. La maggior parte del tempo di gioco lo passeremo a terra, in cui il nostro compito sarà perlopiù quello di confrontarci con le creature tramite attacchi da mischia o con i tradizionali colpi a distanza, in un tripudio da action duro e puro. Le possibilità di scelta non sono molte, riducendo alcune situazioni al semplice, noioso e insensato button smashing sfrenato. Ad indirizzare verso tale “direzione” il giocatore, almeno inizialmente, è il sistema di controllo, lacunoso sotto diversi punti di vista. Malgrado siano presenti vari tipi di configurazione dei comandi, nessuno si dimostra sufficientemente soddisfacente o di facile apprendimento. Come in volo, all’analogico è affidato il movimento di Pit, ad L gli attacchi e al touch screen il mirino e l’amministrazione della telecamera. Sorvolando che, se sprovvisti dello stand per Nintendo 3DS (il nuovo accessorio venduto in bundle con Kid Icarus: Uprising) l’impugnatura della console si fa alquanto scomoda, inficiando sensibilmente la godibilità del titolo, un elemento altrettanto fastidioso è costituito dalla telecamera. L’azione, infatti, è spesso mal inquadrata, con conseguente frustrazione per eventuali errori involontari. Il dover continuamente perdere tempo a sistemarla tramite lo schermo tattile si è dimostrato un fatto irritante in più di un’occasione.
Sebbene le nostre critiche non siano infondate, vi è anche da dire che una volta fattasi l’abitudine, in un tempo che varia da persona a persona (la modalità addestramento può aiutare), il gioco scorre via piacevolmente e senza particolari intoppi. Infatti, una volta che si sarà finalmente in grado di tenere quasi ogni cosa sotto controllo, il divertimento inizierà ad occupare una fetta di gioco ben maggiore.
Sarà solo allora che si potrà apprezzare il lavoro del team di sviluppo, in grado di caratterizzare ogni capitolo dell’esperienza con ottime idee di level design. Non tutte godono del giusto approfondimento, tuttavia la varietà e la genialità di alcuni passaggi non fanno pesare troppo le fasi meno riuscite. Da nemici che necessitano di precise strategie per essere abbattuti si passa ad avversari poco impegnativi, così come da concetti e dinamiche di gameplay interessanti si scade in meccaniche abusate o non sempre convincenti e ad una ripetitività qualche volta svilente. Nel complesso, però, l’esperienza, seppur di tanto in tanto manchi un po’ di ritmo e alla lunga possa divenire fin troppo standardizzata (ma persino qui le sorprese non mancano), diverte quel che basta e stupisce proprio quando meno ce lo si aspetterebbe.

Rissa angelica
Il gameplay è principalmente incentrato sui combattimenti, a loro volta molto focalizzati sulle schivate, attuabili con un deciso colpo sullo stick analogico al momento opportuno. Questa fondamentale tecnica non sempre dà i risultati sperati, mettendo in risalto un altro piccolo difetto dei controlli che, in alcuni casi, rendono i movimenti di Pit macchinosi da attuare. Fortunatamente il giocatore ha libera scelta sulla difficoltà dei combattimenti (definita nel gioco “intensità”) e trovare il giusto equilibrio è facile, in modo da scongiurare l'insorgere di problemi di sorta. Il gioco stesso, inoltre, ci consiglierà l’intensità con cui affrontare i combattimenti. Maggiore sarà, più ricompense si otterranno.
Un altro aspetto dei combattimenti riguarda le magie e le armi che potremo utilizzare. Nel corso dell’avventura si avrà modo di comprare od ottenere nuovi strumenti d’offesa: dal classico arco a gingilli più sofisticati, la scelta è vasta e decisamente appagante. Ognuno di essi presenta delle precise caratteristiche, sta quindi al giocatore valutare quale arma portare con sé per sperimentare nuovi attacchi. Decisamente interessanti anche le varie magie/doni divini, da utilizzare con cognizione e al momento opportuno, onde evitare di sprecarle inutilmente. Non manca quindi un pizzico di strategia e pianificazione; nonostante sia un elemento marginale dell’offerta complessiva, dona comunque profondità agli scontri.
Di tanto in tanto, poi, ci sarà la possibilità di utilizzare dei particolari mezzi che ci aiuteranno a superare più facilmente alcune sezioni. Invero, questi specifici frangenti non aggiungono quasi nulla all’esperienza, dimostrandosi semplici derivazioni dal gameplay classico. Decisamente più importanti appaiono le boss fight: ogni capitolo avrà il suo bel scontro con il cattivone di turno. Presumibilmente, non tutte queste battaglie risultano pienamente riuscite e, in alcuni casi, i boss hanno la tendenza a cadere fin troppo in fretta. Non fraintendete, il livello di sfida è comunque soddisfacente, sia per i combattimenti standard sia per le boss-battle. Anche se si poteva fare qualcosa di più sotto tale aspetto, il divertimento rimane assicurato.
Discorso a parte per l'incredibile combattimento finale, semplicemente descrivibile in una parola: epico.


Un titolo da giocare e rigiocare
Kid Icarus: Uprising ha dalla sua anche una modalità multigiocatore, locale e online, con cui mettersi alla prova contro amici o giocatori di tutto il mondo. Dato che non abbiamo avuto la possibilità di testare a fondo la suddetta opzione di gioco, non ci dilungheremo troppo su tale argomento. Abbiamo comunque constatato come il multiplayer sia una gradevole aggiunta, ideale per una partita spensierata tra un capitolo e l’altro della storyline.
C’è dell’altro: ad impreziosire il tutto, vi sono dei succosi “extra” direttamente collegati alla campagna principale. Senza svelarvi troppo vi assicuriamo che completare al 100% Kid Icarus: Uprising non sarà un'impresa semplice e richiederà molte ore di gioco. Presenti anche Street Pass e Spot Pass, i quali permetteranno di scambiare e ricevere preziosi oggetti. La longevità, quindi, è uno dei punti a favore della produzione, con molte attività a cui dedicarsi all’infuori dei capitoli che compongono la storia, esauribile in circa 10-12 ore.

Una vista mozzafiato
Positivo anche il comparto tecnico dell’opera. Come avevamo avuto modo di accennare in precedenza, le fasi di volo insieme a Pit offrono scorci di panorama assolutamente mozzafiato. Il 3D aggiunge profondità agli scenari (che spesso vantano una linea dell’orizzonte di per sé già impressionante), mettendo in risalto il protagonista e favorendo il coinvolgimento, oltre che “abbellendo” la veste grafica, farcita di colori ed effetti speciali. A terra l’impatto risulta senza dubbio minore e il 3D stereoscopico non appare un vero valore aggiunto. Comprensibilmente, è facile notare qualche dettaglio sottotono e un’ispirazione artistica meno esaltante, che si permette di sfociare spesso in diverse ripetizioni. Decisamente ottima, però, la realizzazione dei personaggi e di alcuni nemici, tra cui delle vecchie conoscenze direttamente uscite dall’universo di Metroid. Il design degli avversari a volte non convince, ma generalmente abbiamo riscontrato una discreta varietà di mostri, molti assolutamente bizzarri e fuori di testa!
Buono il versante sonoro, costituito da brani sempre ben inseriti nell’azione. Tra vecchi rimandi al passato ed effetti curati, il lavoro svolto è indubbiamente di qualità.
 
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