San Siro espugnata dagli azzurri con i gol di Campagnaro, Maggio e Hamsik, espulso Obi al 43' nell'episodio che regala il rigore che porta all'1-0. Partita devastante degli uomini di Mazzarri, che salgono a quota 10 e si prendono la vetta della classifica. FOTO AP/LA PRESSELa prova del nove era questa? Bene, allora il Napoli è ufficialmente una grande del nostro calcio. Dopo l’eroico pareggio di Manchester, i successi interni contro Milan e Villarreal, è arrivato il capolavoro. Un pesantissimo 3-0 ai danni della convalescente Inter di Claudio Ranieri, che a San Siro viene travolta dagli scatenati azzurri di Walter Mazzarri. Che saranno anche stati privi di Cavani, ma che sono usciti dal Meazza da eroi. Certo, l’arbitro Rocchi ha a suo modo dato la svolta al match con l’episodio del rigore che ha generato l’1-0 e la doppia ammonizione di Obi con primo giallo inesistente. Ma se una grande squadra è tale, a certe situazioni sa come reagire senza perdere la testa. E l’Inter non l’è stata.
MAICON E PAZZINI DAL 1’, ZUNIGA TITOLARE - Claudio Ranieri imposta la gara con un 4-3-2-1 con Alvarez e Forlan alle spalle di Pazzini, mentre a destra ritrova Maicon dal primo minuto, subito preferito al giapponese Nagatomo. Milito non va nemmeno in panchina, lì dove invece si siedono invece Stankovic e Zarate. Il trequartista è Alvarez, con Obi confermato in mediana al fianco di Zanetti e Cambiasso. Ancora indisponibili Ranocchia, Thiago Motta, Poli e Sneijder. Walter Mazzarri non tocca il classico 3-4-3 e schiera Pandev al posto dell’infortunato Cavani nel tridente per il resto composto dai “titolarissimi” Lavezzi e Hamsik. La novità è a centrocampo, dove Zuniga viene preferito a Dossena sulla fascia sinistra. A destra, infine, torna Maggio dal 1’.
ILLUSIONE INTERISTA - A San Siro si parte a mille, ma il Napoli regge soltanto nel breve. Nel medio periodo è l’Inter a restare su giri altissimi, sfruttando la vena di un Maicon d’altri tempi. Il brasiliano difende, spinge e ispira i nerazzurri giocando su vette inarrivabili. Bucare la difesa di Mazzarri, però, non è semplice. Un Forlan molto attivo spaventa De Sanctis con un gran destro da fuori che al 13’ va largo di un soffio, mentre tre minuti dopo Campagnaro chiude alla grande su Pazzini pronto a insaccare su un cross di Maicon. Dopo venti minuti forsennati, a spaventare l’Inter è Zuniga, che al 19’ mette fuori di testa un pallone più che invitante di Maggio. Il colombiano spreca un’occasione identica al 30’, soltanto di piede. E nel mezzo c’è anche il gol annullato a Pazzini dopo una papera di De Sanctis per un fuorigioco evidente (24’). Il match, in sostanza, vale il prezzo del biglietto, nonostante dopo la mezz’ora i ritmi diminuiscano. Il Napoli rallenta ma si fa sentire in contropiede. E al 35’ ha di che recriminare per un fallo marchiano di Zanetti su Lavezzi, non segnalato su Rocchi che lascia correre dopo l’impatto al limite dell’area.
L’INTER PERDE LA TESTA: NAPOLI IN VANTAGGIO - Il Pocho diventa incontenibile in ripartenza e al 37’ Chivu si prende un giallo per un intervento goffo su di lui, mentre Pandev subito dopo spreca un comodo assist servito sempre dall’argentino suscitando le ironie di San Siro. È il preludio alla svolta del match. Chivu sta male e chiede il cambio (verrà rimpiazzato da Nagatomo al 43’), Maggio ne approfitta e passa proprio da quella parte. Obi perde il tempo e lo stende. L’intervento inizia fuori dall’area, ma Rocchi concede il penalty e rifila il secondo giallo al nigeriano. Dal dischetto va Hamsik che calcia male su Julio Cesar. Ma sulla respinta arriva Campagnaro, che insacca l’1-0 (43’, ma sarebbe da annullare perché l’argentino parte dentro all’area al momento del tiro dello slovacco). L’Inter sbanda e rischia grosso, con Julio Cesar e Zanetti ammoniti per clamorose proteste. Il primo tempo però si chiude sull’1-0 per il Napoli, con la postilla dell’espulsione di Ranieri, che all’ingresso del tunnel va a protestare dallo stesso Rocchi.
GRANDE NAPOLI: RADDOPPIO DI MAGGIO - La ripresa nasce su ritmi più cadenzati. Il Napoli inizia a gestire, grazie ai sapienti di ricami di Inler a centrocampo. L’Inter non riesce a capirci niente e gli azzurri ancora una volta ne approfittano. Al 51’ uno spento Pandev lascia il posto a Mascara per infortunio. Ma è proprio l’ex catanese, appena entrato, a servire l’assist del 2-0. Lob perfetto per il taglio di Maggio, perso completamente da Nagatomo. L’esterno destro anticipa anche Julio Cesar in pallonetto e raddoppia (57’). La tensione sale. Lavezzi prima e Zuniga poi falliscono il 3-0, mentre Ranieri finisce i cambi togliendo un sempre più enigmatico Alvarez per Stankovic (57’) e Forlan per Zarate (68’). Inizia il gran finale.
HAMSIK CALA IL TRIS – Le mosse di Ranieri non valgono nulla. Per battere questo il Napoli bisognerebbe essere in dodici, non in dieci. Gli azzurri non lasciano il pallino del gioco e accelerano quando vogliono, spegnendo in fretta l’ardore nerazzurro. Ovviamente, poi, arriva il tris. Ci pensa Lavezzi al 76’, mettendo Hamsik solo davanti a Julio Cesar con la complicità dei due terzini interisti, che applicano al peggio il fuorigioco tenendo in posizione regolare lo slovacco. Sono i titoli di coda. Mazzarri toglie il Pocho per far esordire in Serie A Chavez (78’), prima di dare spazio anche a Fernandez per Aronica (87’). Si chiude sugli olé dei tifosi partenopei in un San Siro spogliato di quasi tutti quelli di casa. La testimonianza migliore di un match senza storia se non per i primi 20’. Il Napoli è grande davvero, l’Inter non ancora.
NAPOLI PRIMO, PROFONDO NERAZZURRO – Quella che doveva essere la partita delle conferme, per l’Inter diventa la prova del nove che la stagione 2011/12 non è affatto nata sotto una buona stella. Un po’ per gli errori arbitrali che di certo non hanno agevolato le cose, un po’ per gli isterismi da “piccola” squadra che non aiuteranno nella corsa scudetto di una squadra che non ha ancora segnato un gol in casa in tre partite disputate e dopo cinque partite è ancora a quota 5, ben fissa nella parte destra della classifica. Discorso agli antipodi per il Napoli, che non sbaglia più le partite che contano e con il secondo successo esterno dell’anno sale a quota 10. Quanto basta per salire in vetta con due punti di distacco su Juventus e Udinese. E la ciliegina sulla torta del primo successo a San Siro contro l’Inter da 17 anni a questa parte. Qualcosa è cambiato, davvero.
Mattia FONTANA / Eurosport